Descrizione
Undici anni prima di quello che in Italia è noto come Microfictions, Régis Jauffret aveva pubblicato, nel 2007, la sua prima raccolta di microracconti, provocatoriamente sottotitolata «romanzo». In quel libro ha avuto inizio e definizione la narrativa unica di Jauffret. E in questo incontenibile libro «originario» la narrazione della deviazione e dello sperdimento umano è se possibile ancora più estremo, più aspro, più scivoloso, a tratti quasi intollerabile. Eppure già qui, come in tutto ciò che questo «sacerdote del male dell’uomo» ha scritto, si sprigiona quella sorta di ipnosi, di sottile velenosa attrazione che ci impedisce di distoglierci dalla lettura, portandoci a uscire dalla nostra «comfort zone» e a consumare e smontare ogni certezza che ci ha costruiti e ci rende sicuri. In questi ulteriori cinquecento racconti, ognuno di sole due essenziali, travolgenti, spietate pagine, si staglia la forza della letteratura, che come nient’altro al mondo può aprire le porte della nostra percezione e farci capire cosa siamo, cosa non siamo, cosa vorremmo essere, cosa per nostra fortuna forse non saremo.