Descrizione
Andrés Rivarola, detto «Pibe», è un trentenne confuso e spiantato che si arrangia come può nella Buenos Aires degli anni Trenta. Sogna di scrivere testi per il tango, ma l’ispirazione latita, un po’ come la fortuna, che si guarda bene dal baciarlo. La sua compagna lo ha lasciato e non gli permette di vedere la figlia Estelita, è stato licenziato, non ha più una casa – dorme in una pensione fatiscente – e per fare un pasto dignitoso è costretto a tornare da mammà. A Rivarola non resta che dormire tutto il giorno e bighellonare con i suoi amici di notte, tra fumose sale da biliardo e loschi bar del centro. E proprio durante una di queste rumorose notti portegne, riceve una proposta dall’amico Gorrión, piccolo spacciatore in odore di guai: ritrovare il calciatore più famoso d’Argentina, Bernabé Ferreyra. L’attaccante del River Plate si sarebbe nascosto nel suo paesello nella pampa, perché il suo club non lo paga abbastanza, pare. Andrés accetta di improvvisarsi investigatore, convinto che in fondo si tratti solo del capriccio di un ragazzino accecato dal successo. Se Rivarola avesse un olfatto più acuto fiuterebbe che la faccenda è marcia, non foss’altro per l’ingerenza del viscido Manuel Cuitiño, dirigente del River Plate, ma soprattutto boss del mercato della carne e non solo. Fortuna, almeno, che Andrés può contare su una fedele Watson: Raquel Gleizer, dai capelli (e dal carattere) rosso acceso, che si veste da uomo, rifiuta le convenzioni sociali e frequenta gli ambienti delle avanguardie letterarie. Rivarola è da tempo innamorato perso di lei, ma Raquel, ça va sans dire, non ne vuole sapere. Tanto più che sono in tanti a farle la corte, anche tale Jorge Luis Borges, un poetastro ridicolo e sfortunato. Dopo i primi giorni sulle tracce del fuoriclasse, a Rivarola sembra già di nuotare in un mare di guai, ma quando scopre che Mercedes, figlia di un leader della destra ultranazionalista e fidanzata segreta di Bernabé, è stata sgozzata, quel mare diventa un oceano in cui sta annegando… Sullo sfondo di una Buenos Aires assediata dalla crisi e consolata dal mito del calcio, fra scontri politici e ferventi ambienti culturali, Martín Caparrós scrive un giallo storico scoppiettante di personaggi e colpi di scena, in cui ricostruisce, con allegra meraviglia, un’epoca in cui già si delineava l’Argentina di oggi.